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Anime belle

Anime belle   Anime belle

Lo spettacolo ha debuttato a Palermo per Urbanzonarte nel 2001 nei saloni di Palazzo Pantelleria
Nell’edizione 2007 del Calatiafestival (a Maddaloni, provincia di Caserta, Campania) ha ricevuto una menzione speciale per l'ottimo livello artistico raggiunto

"Anime belle" è stato rappresentato anche dagli allievi del laboratorio condotto da Maria Teresa de Sanctis nel giugno 2011 quale spettacolo di fine corso

un omaggio alla bellezza di Palermo
testo e regia di Maria Teresa de Sanctis
 
con
Mirko Ciotta
Maria Teresa de Sanctis
Emanuela D'Antoni
Michele Mulia
Aurora Peres

danzatrice e coreografa
Donatella de Sanctis

scene e costumi
Maria Teresa de Sanctis

musiche
Stefano Ientile
Antonio Tarantino

disegno luci e fotografie
Maria Teresa de Sanctis

Le opere utilizzate per le proiezioni sono degli artisti: Salvatore Provino, Willy Martinez, Moku, Franco Russo, Toti Audino, Antonino G. Perricone, Gigi Martorelli, Filippo Scimeca  
Courtesy Galleria Studio 71 Palermo


Il testo è stato scritto quale omaggio alla bellezza  del centro storico di Palermo e in questi luoghi è ambientato. Qui alcune anime (da cui il titolo “Anime belle”), destinate all’eterno vagare per aver maledetto l'Altissimo al momento del trapasso, raccontano le sventure delle loro tristi esistenze e in questo narrare si coglie il legame con la città in oggetto.

Nelle rievocazioni sono tanti gli aspetti della vita di una Palermo che fu, che qui riecheggiano: i ricchi commerci dei mercanti (e fra  questi i genovesi) delle botteghe che affollavano piazza del  Garraffello, le ribellioni alla sovranità degli spagnoli per  fronteggiare le quali venne costruito il famoso Castellamare, le vicende della povera gente in balia e di eventi superiori (epidemie, rapimenti di pirati, ecc) e di continui soprusi da parte dei potenti, ingiustizie che talvolta conducevano gli sfortunati alla forca di  piazza Marina. E se da un lato a dominare la scena è lo sconforto  per queste tristi esistenze (e il personaggio della Maschera da  tale sconforto vorrebbe liberarsi sin dall'inizio dello spettacolo), dall’altro ciò che poi prevale (e portavoce di ciò è una dama ormai vecchia ma un tempo di seducente bellezza, la città di  Palermo così personificata) è l’esortazione al rispetto e alla  tutela dei luoghi quali preziosi custodi e testimoni del passato, inestimabile tesoro per la vita di una città che solo nutrendosi della propria storia può arricchirsi.  Intento della regia è quello di rendere il più possibile dinamici i confini dello spazio scenico, qualunque sia il luogo teatrale, e questo grazie anche alle fantasiose diaproiezioni durante lo spettacolo. Quattro attori in scena e una danzatrice danno vita ai personaggi della pièce mentre la musica costituisce l'elemento aggregante del racconto teatrale, disegnando la scena.

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