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Fata Morgana

Fata Morgana   Fata Morgana

Nell’isola, nel cuore”, è un percorso creativo con Maria Teresa de Sanctis che è iniziato l'8 marzo per una prima fase fino al 15 dello stesso mese a Lampedusa con un gruppo di persone che vivono in quest'isola: artigiani, maestri di sub, pizzaioli e altro ancora ma tutti con tanto amore per questo scoglio bianco in mezzo al mare.

 
I titoli sono importanti, come i nomi (in nomine omen, il destino nel nome dicevano i romani)  e allora ecco qui : “Nell’isola, nel cuore”

Nell’isola, perché chi vive in un’isola è diverso da chi vive nel continente, nel cuore, perché è nella storia di Lampedusa accogliere quei viandanti del mare che qui arrivano da sempre dalle tante coste lontane e questo qualche traccia nel cuore dell’isolano di sicuro lo deve aver lasciato…

E così è stato: abbiamo iniziato un percorso, il 15 marzo c'è stato il primo incontro col pubblico e in scena si è presentato un primo studio di un work in progress che si concluderà a luglio con lo spettacolo finale in scena nell'isola per il Lampedusainfestival, festival sulla migrazione e l'incontro con l'altro. Sia il Lampedusainfestival che il laboratorio teatrale sono organizzati dall'associazione culturale di Lampedusa ASKAVUSA.

E perché il racconto teatrale possa divenire la voce delle emozioni di ciascuno basta iniziare il viaggio. Noi siamo in cammino ...

Se la prima fase ha avuto come tema trainante l'isola, la seconda fase, dal 10 al 18 maggio, ha il sogno come essenza focale intorno alla quale si sviluppa il resto.
La terza fase, che avrà luogo nel mese di luglio, invece si svilupperà intorno alla realtà.


Questo il risultato del percorso creativo

Delle donne parlano, giocano, cantano, ballano e sembra persino che volino. Raccontano la loro isola ma anche il loro sogno e il sogno che l'isola è per altri, quei tanti infiniti altri che nel'isola oggi arrivano senza soluzione di continuità. Al suono di un flauto lo spettacolo ha inizio e sulle note dello stesso strumento il racconto teatrale si conclude. Del miraggio si racconta, la "Fata Morgana" del titolo, ma anche di quel sogno di vita che l'isola rappresenta per molti. E nello scorrere della quotidianità di un vivere semplice (donne che pregano, aspettano, lavorano) ecco l'attualità degli sbarchi sempre più presente che prende il sopravvento sull'oggi, sulla normalità di un tempo. Così il sogno di quei tanti diventa la realtà dell'isola, che sogno rimane.

L’isola nel cuore, l’isola espressione del nostro essere, l’isola quale luogo dell’anima, abitata dalle nostre paure e dai nostri sogni, la vita in sostanza, e circondata da un immane mare dove ogni realtà infine si compie.
La nostra isola è Lampedusa, una sorta di “Fata Morgana”, questo il titolo dello spettacolo qui presentato, ma Lampedusa oggi non è più solo un’isola, è anche il mondo, è il futuro ma è anche un presente intriso di passato che intesse forti trame con quei valori che altrove sembrano ormai persi: rispetto, umanità, uguaglianza.
L’isola, il sogno e la realtà: su questi tre temi si è sviluppato il percorso creativo dal quale “Fata Morgana” ha preso vita, spettacolo scritto e diretto da Maria Teresa de Sanctis, regista, attrice e autrice palermitana, che ha trasformato in parola scenica i racconti e le suggestioni dei partecipanti al laboratorio, anche attori dello spettacolo. “Fata Morgana”: il risultato di un work in progress già in fieri sin dalla prima fase del laboratorio (a marzo) ed espressione di urgenze creative in cerca di una forma che le risolvesse e appagasse. In scena Maria Teresa de Sanctis e i partecipanti al laboratorio da lei condotto. In una scena essenziale per voci, corpi e suoni, l’isola in scena.

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