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Artaud, Van Gogh e gli altri

Artaud, Van Gogh e gli altri   Artaud, Van Gogh e gli altri

Lo spettacolo debutta a marzo 2009 a Palermo per "I Candelai - teatro" 

Artaud, Van Gogh e gli altri insieme sulla scena per celebrare un rito, quello nel quale si proclamano le colpe del genere umano, quale società sbagliata e malata che affligge i  suoi simili, ieri come oggi.
Un universo di musica e parole, testo che diventa corpo che danza, voce che diventa suono, gesto che disegna la scena

In scena
Maria Teresa de Sanctis
Letizia Porcaro
Consuelo Pancallo e Maria Stella Lo Bianco

Donatella de Sanctis danzatrice e coreografa
Teresa Di Lorenzo vocalist

musiche ed effetti sonori
Ivan Cammarata (chitarra)
Francesco Di Luisi (percussioni e hangdrum) 

luci
Guglielmo Davì

regia, scene e costumi 
Maria Teresa de Sanctis

Artaud, Van Gogh, due figure diverse dal resto dell’umanità, un’umanità oggi ancor più confusa di ieri, che ha vanificato gli insegnamenti che dagli errori del passato potevano trarsi (basti pensare agli orrori della seconda guerra mondiale, per non andare troppo in là negli anni, dalla shoah alla bomba atomica, e ancora in tempi più recenti il Vietnam, la guerra in Kosovo, in Iraq, la recentissima guerra d’Israele) e poi gli altri, lasciando al pubblico il compito di capire chi questi altri siano. Il lavoro parte da Artaud, consapevole delle brutture e dei mali coi quali il genere umano, in quanto società sbagliata e malata, affligge i  suoi simili, dai suoi sentimenti turbinosi e violenti, e da Van Gogh, artista capace di vedere la realtà nella sua essenza. Così è l’uomo di teatro, portatore di una sorta di consapevolezza cosmica, istintiva e disperata e al tempo stesso fredda e razionale, che  affronta un destino non suo, ma che in realtà gli appartiene più  di quanto si possa credere. Artaud infatti vive e sente in sé Van Gogh, artista in vita non capito e  confinato per la propria particolare capacità di recepire la realtà,  in un infinito del quale la «coscienza bestiale della massa  vuole impadronirsi» (sono parole di Artaud). Una riflessione corale che, partendo dai toni violenti e disperati di Artaud, qui diventa narrazione teatrale.

Hanno detto:
«  ... Davanti ad un altare si è consumato il sacrificio di un uomo all'ara dell'arte (...) più che sacrificio, si trattava di un togliere un velo alla cerimonia,  facendola palpitare di una vita che si mescola e si snoda fra il vissuto, il vivente, il vivibile e l'invivibile (...) attraverso la performance della de Sanctis con l'ottima mimo e danzatrice Donatella de Sanctis, l'angoscia esistenziale di Van Gogh si colora nei suoi quadri, si esprime nelle sue scelte, si esalta nella follia e nel suicidio (...) accanto a lui un altro folle anch'egli mago dell'immagine Antonin Artaud ... » Antonio Giordano  La Sicilia, 13 marzo 2009

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